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12 ottobre 2019 6 12 /10 /ottobre /2019 09:19
Salvo D'Acquisto "Amò il suo prossimo più di se stesso"

 L’orribile e insensato gesto di rappresaglia di Palidoro (frazione del Comune di Fiumicino) delle SS fu uno dei tanti momenti più drammatici e disgustosi della loro storia.    

La sigla SS - dal tedesco Schutz-Staffel («schiera di protezione») - fu una milizia speciale tedesca destinata a compiti di polizia. La stessa venne definita dal tribunale internazionale di Norimberga una organizzazione criminale.

Durante il regime nazionalsocialista, sia in Germania che in tutti i territori da essa conquistati nel corso del secondo conflitto mondiale, furono applicate a torto misure di punizione che avevano il sapore della rappresaglia senza distinzione. Le SS, ma non solo, si macchiarono di crimini inenarrabili.

Molti sono i paesi dal nord al sud che potrebbero raccontare storie di violenza e soprusi ingiustificati frutto di un sistema nato dalla mente “malata” di Hitler e dei suoi generali.

A rinverdire questo ricordo dei crimini delle SS ci ha pensato il prof. Tommaso Romano in occasione della consegna ai CC di Marineo di alcune opere d’arte*, ricordando la nobile figura di Salvo D’Acquisto fucilato dalle SS di stanza a Torrimpietra.

La milizia tedesca si macchiò per l’ennesima volta di un crimine indicibile rastrellando a caso 22 cittadini (tra cui alcuni minori) di Torrimpietra da fucilare per ritorsione al presunto attentato a dei militari tedeschi vittime dello scoppio di un ordigno rudimentale che li aveva colpiti a morte. Tale inconcepibile decisione pose il vice brigadiere nel dilemma di offrirsi  in cambio delle 22 persone rastrellate, sicché venne prima fucilato e successivamente “giustiziato” dal comandante del plotone di esecuzione con un colpo di pistola alla testa. Un gesto barbaro  e senza scampo per il giovane Carabiniere.

Increduli e sbigottiti sia per il feroce atto criminale che per le perplessità del Tribunale Ecclesiastico per le Cause dei Santi che tutt’ora tiene in “bilico” il riconoscimento del gesto eroico legato anche alla sua religiosità e alla giovane età dei condannati, un gruppo di artisti presenti alla cerimonia decise di rendere omaggio a Salvo D’Acquisto che amò il suo prossimo più di se stesso. Per ribadire questo gesto cristiano che va oltre l’insegnamento dell’Antico Testamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ e per meglio delineare il profilo di quella tragica giornata (23 settembre 1943) e sottolineare anche l’aspetto del sacrificio e dell’eroicità dell’atto nasce questa mostra che è stata concepita in 12 tavole (duodecim tabulae; duodecim tabularum leges) in quanto rappresentano una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano. Affidate a 12 autori operanti in diverse parti d’Italia proprio per stigmatizzare, laddove ce ne fosse necessità, che prima della pena c’è il diritto a difendersi e a Salvo D’Acquisto ciò è stato negato.   

Francesco M. Scorsone

 

*dagli artisti Antonella Affronti, Sebastiano Caracozzo e Pina D’Agostino,

 

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